Profumi e note soavi: Mozart e il cibo.

 

Il rapporto tra cibo e musica non solo è complesso ma assolutamente affascinante, nel tempo infatti il mondo dell'alimentazione si è intrecciato non solo con le maggiori opere o canzoni, ma anche (e soprattutto) con le differenti storie di chi le ha scritte, assumendo di volta in volta molte funzioni: ispirazione, documento, fascinazione, critica, solo per citarne alcuni.

Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 - Vienna, 5 dicembre 1791) fu un compositore austriaco, una delle figure più conosciute e apprezzate della musica, non solo classica, esempio ancora oggi di talento e bravura già in giovane età.

Un vero e proprio pilastro della musica ma anche, in generale, della cultura umana e, non secondario per la nostra riflessione, amante del cibo, con il quale ebbe un rapporto particolarissimo. Ciò è presente all'interno del proprio lavoro artistico e nella vita privata, come dimostrano le numerose corrispondenze con altri personaggi famosi del suo tempo.


(Ritratto di Mozart, 1777, International Museum and
Library of Music, Bologna.)


Uno degli esempi di quanto appena affermato è il "Don Giovanni", opera lirica in due atti in cui il tema alimentare assume differenti significati, ma anzitutto emblema di magnificenza di un'epoca, il Settecento, che ben si riassume nello sfarzoso Rococò, stile artistico ed espressione di un preciso periodo storico e della società in esso operante. In questa accezione il cibo è associato ai fastosi allestimenti e ricevimenti, ma anche alla sontuosità delle preparazioni e degli oggetti e arredi che le contengono. Tuttavia i significati si estendono alle valenze che assume l'atto del mangiare nella società e alle conseguenze culturali che può comportare:


"Non si pasce di cibo mortale chi si pasce di cibo celeste"

(Lorenzo Da Ponte, libretto per il "Don Giovanni", atto II, scena 19.)


Questa emblematica frase rivolta a Leporello, servitore di Don Giovanni, è importante per definire non solo i significati che il cibo ha assunto nel tempo all'interno della cultura umana, ma anche e soprattutto le sue destinazioni e le inevitabili implicazioni sociali. Non a caso, come ho già avuto modo di approfondire in altri articoli, chi orientava la propria vita alla spiritualità e alla ricerca di Dio rifiutava il legame col cibo e l'atto del mangiare. Del resto, Leporello, uomo povero e semplice, aveva un rapporto molto fisico col mondo alimentare, sempre desiderato, la ben nota "fame atavica" che nel corso del tempo è stata una compagna fedele di generazioni di gente povera. Non a caso nell'opera si fa trascinare dal cibo, fino a farsi scoprire consumare avidamente un fagiano, alimento per eccellenza delle classi agiate, proveniente dalle nobili cucine.

Quello appena citato non è certamente un caso isolato ma una caratteristica comune al popolo affamato, non a caso nella medesima opera, I atto, Don Giovanni per tentare di sedurre la giovane neo sposa Zerlina, distrae e conquista i contadini che partecipano ai festeggiamenti per il lieto evento promettendo loro cibi prelibati.

Ma il cibo è anche sinonimo di amore, erotismo e seduzione, ciò è presente non solo nell'opera appena citata ma anche, per esempio, in "Così fan tutte", altro esempio composto da due atti, in cui la cameriera Despina prepara un alimento voluttuoso.

Mozart quindi attribuì al cibo forti connotazioni sociali e culturali, utilizzandolo per costruire non solo personaggi ma anche situazioni o episodi delle proprie opere. Un legame stretto come testimonia ancora oggi un famosissimo cioccolatino, le "Palle di Mozart" (Mozartkugeln) create a Salisburgo dal pasticcere Paul Furst nel 1890 per onorare il famoso compositore. Questa prelibatezza, presentata a una mostra parigina nel 1905, vinse la medaglia d'oro. Un prodotto che conquistò non solo i palati ma anche il mercato ed è ancora oggi conosciuto.

Mi piace pensare che ascoltando le opere di questo straordinario compositore si possono sentire (sarebbe corretto dire "immaginare") i profumi di cibi, materie prime, lo sfarzo dei banchetti e la seduzione di forme e colori, tutto trasportato dalle note di un uomo che ha reso grande un pezzo di musica del passato e costituisce, ancora oggi, un punto di riferimento per tutta la cultura.

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