Note di gusto, un rapporto sorprendente: vino e musica.

 

"L'architettura è musica solida. Noi oggi, per altro verso, riteniamo che il vino sia musica liquida"


Questa bella e importante citazione di Schopenhauer, filosofo tedesco tra i più importanti del XIX secolo, evidenzia bene lo stretto legame che esiste tra vino e musica e le sue importanti articolazioni. Un rapporto indubbiamente ancestrale che, fin dall'antichità, si è articolato su più variabili.

La prima forma di associazione, quella che probabilmente viene alla mente di tutti, è tra degustazione di vini e ascolto di brani di musica, magari appositamente selezionati. Aspetto multiforme che oggi ha il compito non solo di rilassare e favorire l'assaggio di differenti tipologie di prodotto ma, in senso più profondo, creare sinestesie creative. In passato, soprattutto in determinate civiltà antiche, aveva una funzione rituale e religiosa precisa all'interno di determinate pratiche, densa insomma di significati e simbolo potente.

La seconda forma di associazione che ritengo particolarmente interessante chiama in causa la scienza: una ricerca californiana ha infatti dimostrato che le percezioni sensoriali legate a un vino variano in funzione del tipo di musica che si ascolta. Clark Smith infatti, enologo e professore universitario aggiunto alla California State University e alla Florida International University ha ricercato a fondo attorno al tema appena esposto. A lui si aggiunge il professor Adrian North che, nei suoi esperimenti e studi all'Università di Edimburgo, ha sottoposto un campione di degustatori (uomini e donne) all'assaggio di vino: per una parte di essi il tutto era svolto in silenzio, l'altra invece aveva come accompagnamento vari brani musicali. I risultati hanno evidenziato in modo significativo le influenze della musica sui consumi e le percezioni legate al vino.

Ciò in realtà va ben oltre l'atto della degustazione, comprendendo anche il processo produttivo enologico. Numerose aziende vinicole hanno inserito infatti particolari tipi di musica (ad esempio classica) in zone della produzione come vigneti o dell'affinamento, per sperimentare gli effetti sul prodotto finale. A tutto ciò si associa anche la sensibilità dei produttori prima e, successivamente dei degustatori e, non da ultimo, l'influenza dell'ambiente circostante.




Il vino è poi presente nella musica, da molto tempo. Al suo interno ha avuto numerose funzioni: esaltazione, documento del reale, ma anche simbolo di alcuni aspetti dell'uomo o, in generale, della società. Dalla musica classica fino a quella degli ultimi anni numerosi sono i casi che potrebbero essere citati e molte le tematiche legate al vino che sono divenute nel tempo protagoniste di canzoni o sinfonie: l'atto del brindare, i luoghi del vino, le occasioni in cui vien consumato e i suoi effetti sull'uomo, sono solo alcuni dei numerosi temi che potrebbero essere presi in considerazione. Il vino ha fornito anche l'ispirazione a molti compositori e musicisti lungo il tempo, fin dalle tradizioni antiche, un aspetto assolutamente non secondario.

Del resto questa affascinante bevanda è una materia viva che evolve nel tempo, ha una vita propria per certi aspetti, è soggetto a indeterminatezza. Caratteristiche queste associabili a un particolare tipo di musica, il jazz, nato e sviluppatosi a New Orleans agli inizi del XX secolo, luogo in cui venne coniato tra l'altro per la prima volta il nome stesso come derivazione di un vocabolo di lingua francese. Due caratteristiche fondamentali di questo genere musicale: ritmo e improvvisazione, che si abbinano agli aspetti in precedenza.

Ma il rapporto protagonista di questo approfondimento è presente senza dubbio anche negli innumerevoli canti di matrice popolare elaborati in moltissimi territori d'Italia e di altri Paesi e che espletavano differenti funzioni: scandire il lavoro, creare unione e legame, alleviare le fatiche. Forse è anche per questo che il rapporto tra vino e jazz è così particolare, quest'ultimo infatti fu un'evoluzione culturale e sociale di alcune forme di musica elaborate dagli schiavi afroamericani e che erano sostanzialmente delle canzoni di lavoro con funzioni simili ai canti popolari citati in precedenza, ma più drammatiche per i motivi che conosciamo tutti.

Il vino e la musica sono, oggi più che mai, una sommatoria di esperienze e simbologie profonde, insieme di tradizione e innovazione, passato e presente. Un legame che, sono certo, in futuro saprà stupirci ulteriormente.

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