Melanzana: quanta fatica per essere buoni!


In questo approfondimento vorrei parlare di un prodotto che oggi è comunemente presente sulle nostre tavole e all'interno della cucina della maggior parte delle persone: la melanzana. Indubbiamente si può affermare che è un ortaggio dalla storia travagliata, ricca di alti e bassi (forse più i secondi che i primi). Nonostante ciò è connesso in modo saldo alle cucine di area mediterranea che nei secoli l'hanno elaborato in mille varianti: la gustosissima baba ganoush, salsa costituita dalla polpa di melanzane, spezie ed altri ingredienti e tipica del Medio Oriente e, in altre varianti, anche nel Nord Africa; il moussakà, piatto tipico della cucina greca ma anche di quella balcanica e medio-orientale, un parente delle nostre melanzane alla parmigiana, pietanza ormai famosissima ma a cui si affiancano tante altre proposte gastronomiche tipiche di ogni territorio del nostro Sud Italia (generalmente). L'ultima menzione che desidero fare è la conosciuta ratatouille, del sud della Francia, costituita sostanzialmente da verdure stufate tra cui anche le  nostre protagoniste.
La melanzana iniziò ad essere conosciuta a partire dal VII secolo circa grazie agli Arabi che la introdussero attraverso la Penisola iberica. Le sue origini sono comunque a Oriente, anche se incerte; alcuni sostengono arrivi dall'India del nord, altri dalla Cina.




Com'è noto, per molto tempo questo ortaggio non godette di buona reputazione, anzi, "mala-insana" da cui derivò il nome attuale la dice lunga sia sull'origine, il primo termine infatti veniva utilizzato nel Medioevo come prefisso per indicare prodotti provenienti da lontano, sia sull'opinione ad essa associata. Un prodotto quindi guardato con sospetto, ritenuto nocivo per la salute e che potesse indurre a modificazioni corporee come il cambiamento del colore della pelle del viso. Dubbi, perplessità o, addirittura, condanne che provenivano non solo dal popolo ma anche dalla scienza. Parte di questi giudizi erano anche condizionati dal fatto che era presente nelle cucine delle comunità ebraiche e musulmane. Non a caso, Gabriel Alonso de Herrera, agronomo spagnolo, affermò nei propri scritti che furono introdotte per uccidere i cristiani.
Altra caratteristica singolare legata alla nostra protagonista è il fatto che nel tempo le si sono associati numerosissimi nomi, diversi da territorio a territorio e da paese a paese.
Le opinioni negative su questo vegetale durarono per moltissimo tempo, fino a quasi il secolo scorso. Pellegrino Artusi (Forlimpopoli, 4 agosto 1820 - Firenze, 30 marzo 1911), nella sua famosissima opera "La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene" le chiamava "petonciani" e affermava che non dovevano essere disprezzate, segno evidente che non godevano di buona fama.
Nonostante le numerose difficoltà di tipo culturale, ma come del resto è accaduto anche per molti altri prodotti, nel corso dei secoli in Italia si sono create tante ricette tipiche di cui è la protagonista, declinata in abbinamenti e cotture differenti. Certo è che queste sono caratteristiche peculiari dei territori del Centro-Sud Italia, mentre mancano preparazioni tipiche al Nord.
La più conosciuta è sicuramente la parmigiana nome che, a differenza di quanto credono in molti, non deriva da quello della città emiliana o dall'utilizzo dell'omonimo formaggio stagionato, ma da "parmeciana", termine siciliano per indicare una persiana costituita da stecche di legno. 
Ma la nostra protagonista fu anche presente nell'arte nel corso dei secoli, prevalentemente nelle nature morte. Per citarne solo alcuni: Matisse, Cézanne e De Pisis.
Anche nella letteratura è comparsa in diverse opere e contesti, per esempio associata al sospetto o al disgusto legati al suo consumo, come per Fermina Daza, una delle protagoniste dell'opera "L'amore ai tempi del colera" di Marquez; oppure anche come documento della sua presenza nel tessuto culinario e culturale di un Paese. Per quest'ultimo caso è emblematico "Montalbano" di Camilleri, in cui le melanzane sono presenti attraverso la citazione di differenti tipologie di piatti, testimonianza viva del loro stretto legame con la cucina meridionale.
Dubbi, perplessità e critiche, ma anche amore, passione (si, proprio così, si pensava anche che fossero dei potenti afrodisiaci!) attorno a degli ortaggi che hanno unito cucine di popoli differenti e che sono un esempio di come il cibo non solo unisca ma sia anche frutto di influenze, adozioni e legami di culture diverse che nella tavola hanno trovato da sempre, bene o male, un punto d'incontro e di fusione pacifica e ... appetitosa!

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