Cibo e moda o moda di cibo.


Introduzione.

Il legame di cui voglio argomentare attraverso questo approfondimento è più articolato e complesso di quanto possa sembrare, un rapporto che unisce due mondi apparentemente antitetici ma che in realtà hanno molto in comune o che comunque sanno influenzarsi, contaminarsi e, a volte, anche intrecciarsi. Occorre infatti tener presente che vi è una sorta di polisemia attorno a questo intreccio, esso infatti si è espresso nel corso dei secoli con declinazioni e modi diversi che vorrei sinteticamente riunire in tre punti principali: la moda del cibo tra passato e presente; il cibo nella moda tra contaminazioni stilistiche, infine, il cibo e moda, quando l'alimento diventa sinonimo di fashion. Questi tre punti ritengo possano sintetizzare al meglio un legame complesso e articolato, frutto di stratificazioni storiche, sociali e culturali.

Modi e mode di cibo.

E' bene inoltre ricordare che con il termine "moda" non si fa riferimento solo a ciò che generalmente intendiamo oggi ma, in senso ampio, a variabili di diversa natura che hanno declinato questa parola nel corso del tempo in aspetti assai diversi, a volte addirittura contrastanti tra loro! Il primo punto che ho precedentemente esposto è un chiaro esempio di tutto ciò. Riflettendo infatti sulla moda del cibo tra passato e presente non si possono non citare i tanti casi che nel corso del tempo hanno visto cibi di moda e cibi contro le mode. Da sempre infatti alimenti, materie prime o anche riti alimentari, sono stati al centro di attenzioni, associati ai ceti elevati e, di conseguenza, non accessibili a tutti. Le spezie di cui ho parlato in numerosi approfondimenti nel mio blog sono un valido esempio di quanto appena affermato, ma ciò potrebbe essere esteso ad altre derrate alimentari, alla carne per esempio o, come ho appena affermato, anche a usanze e abitudini. Rimanendo sempre su quest'ultimo caso la carne può essere cotta in diversi modi, a tal proposito la pratica dell'arrostire è stata molto di moda per secoli nel Medioevo perché connessa a precisi significati sociali quali la forza dell'uomo ma anche le disponibilità economiche manifestate da questo metodo di cottura che disperde, secondo le concezioni dei secoli scorsi, i succhi della carne; la pratica di bollire, si pone agli antipodi. Quest'ultima infatti, attuata attraverso l'uso necessario di un recipiente e la conseguente sua mediazione tra il fuoco e l'alimento (cosa che non avveniva nel precedente esempio), l'hanno resa un sinonimo della figura femminile e, al contempo, dei ceti meno abbienti dato che i succhi non erano dispersi ma costituivano il brodo. Sono molti gli esempi di questo tipo che potrebbero essere fatti ma ritengo che un secondo punto importante sia la creazione e realizzazione di piatti e/o ricette che sono dei veri e propri inni alla moda perché possono in un certo senso anticipare tempi, gusti o predire i mutamenti sociali e culturali che si possono verificare. Perché avviene ciò? La ricerca estetica in un piatto è affine a quella della moda, è cioè frutto di profondo studio, ma anche incontri e scontri culturali e sociali e quindi, quasi inevitabilmente, racconta una storia.

Moda e cibo: alcune considerazioni.

Desidero infine concludere questo primo punto ricordando come soprattutto nei secoli passati banchetti e ricevimenti sfarzosi presso i ceti elevati erano dei veri e propri eventi in cui il legame tra cibo e moda si assottigliava e diventava una cosa unica.


(Josephine Baker)


Anche il secondo macro punto a dire il vero si articola attraverso più aspetti; è un legame che apparentemente non tutti conoscono e può sembrare banale o poco significativo ma che è in realtà molto importante. Tra i maggiori casi attraverso cui ciò si è realizzato desidero ricordare la figura di Josephine Baker, ballerina e cantante statunitense del secolo scorso naturalizzata francese che ballava con addosso solo monili ed un gonnellino creato dal costumista austriaco Paul Seltenhammer di 16 banane su una musica, il charleston, che era ancora sconosciuta in Europa; un vero e proprio simbolo di un'epoca.
Un rapporto d'amore, quello tra moda e cibo, che in realtà affonda le radici nella storia e solo con l'evento appena citato si rese palese. Sono molti infatti i casi che possono essere presi in considerazioni di culture ed epoche differenti che hanno posto nel vestiario gli stessi simboli propiziatori che compaiono su forme di pane, burro e, più in generale, un gran numero di cibi ma anche attrezzi da lavoro. In questo caso il mondo delle credenze popolari è il mezzo di congiunzione tra due aspetti della vita apparentemente agli antipodi.
Nonostante ciò, desidero nuovamente ricordare che la ballerina che ballava negli anni Trenta con addosso una cintura di banane fu il punto di cambiamento vero e proprio in questo rapporto. Esso infatti diede vita nel tempo a una presenza sempre più costante e fantasiosa del mondo del cibo all'interno della moda e, nello specifico, nei capi di abbigliamento. Tra gli esempi più importanti si può ricordare nel 1937 Salvador Dalì che realizzò in collaborazione con Elsa Schiaparelli, stilista, costumista e sarta italiana naturalizzata francese un abito con dipinta un'aragosta. Fu però a partire dagli anni Cinquanta che cibi e alimenti entrarono come elementi decorativi nella realizzazione di vestiti attraverso stampe, riproduzioni ma anche collage e, non da ultimo, fonte di ispirazione per il settore dei gioielli.
Oggi naturalmente questo aspetto del legame tra cibo e moda è stato definitivamente sdoganato e sovente si possono vedere capi d'abbigliamento o ammirare oggetti preziosi che sono l'esempio concreto di sincretismo tra i due mondi.
Per quanto riguarda invece il terzo macro punto, l'esempio che ritengo realmente interessante è Gretchen Roehrs, la famosa design che usa cibi e alimenti di vario tipo per impreziosire i suoi disegni rendendo dei semplici bozzetti delle vere e proprie opere.
Ma questa è una categoria che può apparentemente confondersi con altre e necessita di una riflessione propria perché importante e con aspetti inattesi. Il cibo è passato in taluni casi da sinonimo di cura, precisione e arte, nella sua realizzazione in cucina e costruzione nel piatto, a lavori che quasi non sono fatti per essere mangiati perché costituiscono un'opera a se. Qui il mondo del fashion rientra sotto più aspetti, non solo perché in questo caso i cibi diventano dei veri "oggetti cult", ma anche perché parzialmente associati ad una fenomenologia già presente da diversi anni, mi riferisco al cosiddetto food porn, che porta a un mutato e sconcertante cambiamento del mondo alimentare, rendendo il nostro protagonista un vero e proprio oggetto di moda, spesso addirittura snaturandolo.
La polisemia del rapporto tra cibo e moda è quindi un legame estremamente complesso che comprende molte variabili, casi, soggetti ed oggetti e si è articolato nel corso del tempo in modi assai diversi. Riflettere su queste tematiche può senza dubbio aiutare a comprendere meglio il panorama futuro del cibo ma anche della società.

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