I "Giorni della Merla" tra gusto, leggenda e tradizioni.

 

Ci avviciniamo ai "Giorni della Merla", ovvero gli ultimi giorni di gennaio (29, 30 e 31) che, per tradizione, dovrebbero essere i più freddi dell'anno.

Attorno a queste date però nel corso del tempo si sono formate e stratificate credenze e riti che hanno coinvolto la sfera popolare e pratiche antiche di matrice pagana. Sebbene però questa ricorrenza particolare sia conosciuta in tutta Italia è più sentita al Nord e in alcune località del Centro, luoghi in cui alle ritualità sopra citate si sono sommate anche quelle di matrice culinaria che hanno avuto molteplici scopi. I piatti che vengono preparati, come ho avuto modo di approfondire in numerosi altri articoli, non hanno solo una funzione di nutrimento, ma da secoli sono veicoli di simboli e convinzioni profonde, radicate in particolari ambiti sociali e culturali. 

Nel caso che sto analizzando, le pietanze che venivano preparate in passato per questa festa, oltre alla funzione di donare calore e nutrire, dovevano esorcizzare la sorte, risvegliare la natura ed essere, al tempo stesso, i simboli del lento ma inesorabile ritorno della luce e della vita.
In Liguria vengono cucinati i "ceci in zimino", una sorta di zuppa molto antica che in realtà è preparata per molte occasioni durante l'anno come la Vigilia di Natale o il Giorno dei Morti. I ceci sono delle squisitezze della natura che hanno da lungo tempo anche potenti significati simbolici e, soprattutto, valore apotropaico.

In Toscana invece la fanno da padrone i "fagioli all'uccelletto".


(Cassoeula in un'osteria in provincia di Varese)


A Perugia invece è di casa il "Torcolo di San Costanzo" la cui festa (29 gennaio) coincide con questi giorni. E' un dolce a forma di ciambella con frutta candita, pinoli, semi di anice e strutto.

In Piemonte viene preparata invece la gustosissima "bagna cauda" mentre nelle Marche si consuma polenta, pane e costine di maiale.

I "Giorni della Merla" si ricollegano idealmente e dal punto di vista gastronomico a un'altra ricorrenza che li precede di qualche giorno: la festa di Sant'Antonio Abate che la tradizione vuole sia l'ultima occasione per macellare il maiale. In realtà in molte località la macellazione avveniva anche in corrispondenza del Carnevale, in funzione sia delle tradizioni locali che del clima specifico di ogni anno. In generale, comunque, la lavorazione delle carni ottenute dall'uccisione dell'animale determinava la preparazione in molte famiglie di piatti a base di questa importante materia prima. La cassoeula è un esempio significativo di quanto appena esposto.

A Lodi invece, sempre in riferimento agli aspetti appena citati, è tipica la polenta con i ciccioli che, fatti soffriggere nello strutto, le vengono versati sopra.

In altre località invece altro piatto preparato durante questa ricorrenza ma, in generale, in tutto l'inverno è la polenta col baccalà: un'esplosione di gusto, storia e tradizione.

Le leggende associate a questi giorni sono molto variegate: alcune parlano di streghe o esseri malefici, altre degli uccelli da cui prendono il nome gli ultimi giorni di gennaio, mentre altre ancora del freddo contrapposto al ritorno della vita e della primavera.

Collegato a queste credenze è il rogo della vecchia, usanza presente in alcune località del Nord, rito di matrice popolare e pagana che si ripete in diverse occasioni durante l'anno ma, in questo caso, simboleggia la fine dell'inverno. A ciò si ricollega la credenza diffusa nella Giubiana, una vecchia strega malevola che viveva nei boschi e che spaventava i più piccoli. Una sera venne attirata dal risotto con la luganega preparato da una donna e, presa dalla voglia, non si accorse che il giorno stava arrivando e con il sole la sua morte (secondo le credenze popolari infatti le streghe non possono esporsi al sole). Proprio per questi motivi in molte zone viene preparato questo risotto per ricordare la leggenda appena narrata e, al tempo stesso, esorcizzare le forze negative.

Al Sud, come ricordato all'inizio, sebbene queste credenze non siano diffuse vengono preparate per questi giorni più freddi zuppe a base di verdure, cereali e/o legumi che spesso sono arricchite con carne di vario tipo.

Cultura, gusto, storia e tradizioni che rivivono nelle occasioni dell'anno e ci fanno assaporare un passato particolare ma ricco di sapori e profumi!

Commenti

Post più popolari