Storia e curiosità attorno alla liquirizia.


La liquirizia, Glycyrrhiza Glabra, è un prodotto oggi molto apprezzato associato, in particolar modo, alla storia produttiva di alcuni territori italiani che sono famosi per la sua coltivazione e lavorazione e per la grande qualità delle squisitezze che ne derivano. Molto conosciuta e apprezzata a tal proposito è la "Liquirizia di Calabria", tipicità straordinaria che ha ottenuto nel 2011 dalla UE il riconoscimento di DOP.

E' un dono della natura che lega comunque saldamente la sua storia con quella dell'uomo. Un percorso di più di 5000 anni iniziato in Cina, Egitto e Assiria. E' infatti una pianta erbacea originaria dell'Asia sud-occidentale e dell'area mediterranea; fu addirittura citata nel primo erbario scritto cinese.




Arrivò in Italia e, in particolar modo in Calabria, nell'Alto Medioevo quando i monaci benedettini iniziarono a utilizzarla nelle loro preparazioni di carattere curativo. Per secoli questa pianta fu profondamente associata ai monasteri, soprattutto ai preparati legati alla farmacia.

Fu solo a partire dal Settecento che la nostra protagonista iniziò a uscire dalle mura monastiche, per volere soprattutto del Duca di Corigliano che diede l'avvio al suo commercio per scopo alimentare e, al tempo stesso, fece costruire un impianto per la sua lavorazione.

La parte della pianta che è nota e utilizzata sono le radici ma, in alcuni casi, vengono impiegate anche le foglie.

La nostra protagonista appartiene alla famiglia delle Fabaceae o Leguminose. Necessita di molto tempo per la crescita e, conseguentemente, per il raccolto. Infatti le sue radici possono essere raccolte solo dopo tre anni dalla semina; un vero e proprio investimento a lungo termine.

Anche il processo produttivo è particolare perché molto complesso e articolato, frutto di modificazioni e perfezionamenti protratti nel tempo. Oggi è sinonimo della maestria e sapienza dei produttori, ma anche della storia che caratterizza i prodotti che ne derivano e, non da ultimo, la profonda connessione coi territori di appartenenza.

Una pianta quindi molto complicata sia nella coltivazione che nel processo di lavorazione. Proprio per questi motivi spesso nel corso della storia la sua presenza in molte aree geografiche ha subito molti alti e bassi, ed è spesso stata sostituita da piante meno complicate e a più alta resa. C'è inoltre da precisare che esiste una pianta, l'elicriso liquirizia, che ha profumo e sapore simili ma non le stesse proprietà benefiche (sebbene sia comunque utilizzata in fitoterapia).

La liquirizia è un concentrato di vitamine del gruppo B e vitamina E ed è impiegata da sempre sia per le sue doti antibatteriche e antinfiammatorie, che per l'igiene orale e per chi soffre di pressione bassa. Virtù e utilizzi che erano conosciuti anche dalle antiche civiltà del Mediterraneo, Egizi e Greci ne sono due esempi significativi.

Anche l'Abruzzo è una terra vocata alla produzione della nostra protagonista, nello specifico la zona d'Atri e i territori limitrofi. E' certamente una produzione meno conosciuta rispetto a quella calabrese ma comunque densa di tradizione. Anche la provincia di Teramo ha un legame particolare con la produzione della liquirizia, attività di cui si hanno le prime testimonianze scritte già a partire dal Quattrocento. Proprio da queste zone proviene anche una tra le aziende italiane più conosciute e importanti del settore.

Straordinario e curioso è anche il Museo della Liquirizia, ubicato in una frazione del comune di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza. Un luogo che lega la sua evoluzione al territorio di appartenenza e alla produzione di una golosità straordinaria. Un museo d'impresa inaugurato nel 2001 in una sede bellissima e che ricostruisce la storia e la lavorazione della liquirizia nel tempo.

Un prodotto unico insomma quello protagonista di questo approfondimento, legame tra fattori differenti che hanno saputo coesistere e arricchirsi nel tempo l'un l'altro. Esempio significativo della straordinaria e complessa ricchezza del nostro sistema alimentare italiano.

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