Vita quotidiana non ordinaria, vita da cuoco.

Non tutti i cambiamenti che possono essere presenti nella nostra vita sono voluti, alcuni vengono subiti. Il periodo che stiamo vivendo ne è un chiaro esempio! In queste settimane infatti siamo obbligati a non vivere più immersi nella società ma fisicamente chiusi, pur con tutte le tecnologie a disposizione, sia chiaro!
Anche la vita di un cuoco per certi aspetti è fatta di isolamento, non solo dalle persone care ma anche dai colleghi, soprattutto quando si ha molto lavoro e necessità di concentrazione; può apparire difficile ma in alcuni casi vi assicuro è fondamentale.


Anche il lavoro in cucina provoca quasi inevitabilmente una sorta di alterazione temporale, durante la giornata ci sono momenti infatti che sembrano veramente non finire mai e credetemi, un cuoco lo sa bene! Dimenticatevi per un attimo il classico stereotipo che vuole questo mestiere sempre e solo costituito dall'inventare ricette, studiare abbinamenti e menù nuovi. Ci sono anche occasioni (tante, a dire il vero) in cui la giornata sembra proprio non passare più. Prendiamo per esempio una cosa banale: pulire i gamberi. Ora, se vi capitano solo le code siete abbastanza fortunati, dovete sgusciarle accuratamente e pulirle avendo però l'accortezza, nella maggior parte dei casi, di non togliere o rompere la parte finale che va mantenuta perché rende poi l'alimento più gradevole alla vista una volta cotto. Se invece vi capitano i gamberi interi la situazione si complica: alle operazioni citate prima dovete anche aggiungere quella di toglierne delicatamente la testa.
Penserete: che ci vuole? Immaginate però tutte queste fasi moltiplicate per centinaia di code se vi va bene o, se va male, alcune migliaia. Non cadete anche nell'errore di credere che l'isolamento dei cuochi avvenga perché sono sempre anime profonde, come avete appena potuto notare infatti in certi casi è solo una questione di sopravvivenza nei confronti di un lavoro noioso.
In questo periodo della nostra vita una delle frasi ricorrenti è che "ci vorrà molto tempo per ritornare come prima". Anche in questo caso la mia mente da cuoco non può che andare ad uno dei luoghi che amo di più: la cucina. In questo spazio indubbiamente affascinante spesso è fondamentale ritagliare parecchio tempo da dedicare ad una singola preparazione se vogliamo che il risultato sia ottimale. Avete idea di quanto tempo ci voglia per preparare un ottimo fondo bruno? Che sia limpido, mi raccomando. Una faticaccia, è necessario arrostire le ossa e le verdure in modo lento ma omogeneo senza bruciature che conferirebbero un sentore amaro alla preparazione. Anche le erbe aromatiche sono fondamentali ma vanno aggiunte in seguito, "devono profumare, non dare il gusto di fieno" tuonava spesso un mio vecchio chef. Bisogna fare anche molta attenzione a quando si rimuovono le impurità dal liquido che cuoce lentamente sul fuoco per ore, fino a concentrarsi e diventare profumatissimo. Infine l'ultima fase, filtrare tutto molto lentamente per non vanificare l'enorme lavoro fatto. Un inno alla lentezza quindi, che non è affatto una caratteristica negativa ma ricerca, attenzione e premura. Tre leitmotive per eseguire le ricette della cucina classica ma anche attraverso cui articolare la vita in questo periodo e conferirle quindi un senso. Ma il sentimento chiave che descrive bene il periodo che stiamo trascorrendo in casa e lo unisce al lavoro di una giornata di un cuoco è sicuramente l'attesa. Credo sia il fattore fondamentale della vita all'interno di una cucina ma anche, in fondo, di ognuno di noi. Un sentimento positivo se concepito come forma costruttiva, perché si è fatto qualcosa, come un lievitato che necessita prima di gonfiare dolcemente e poi cuocere. 
Attesa prolifica ma impaziente, come lo scorrere degli eventi della vita o di questo periodo, sbirciando di tanto in tanto attraverso il vetro spesso del forno per controllare che tutto vada per il verso giusto. Certo, a tutto ciò si unisce anche spesso l'impazienza, soprattutto quando il dolce è cotto e diffonde i suoi aromi per la stanza ma va fatto raffreddare per poterlo gustare. Proprio questi profumi, come le giornate primaverili, i piccoli gesti di solidarietà quotidiana e le buone notizie, ci fanno sperare nelle cose belle che presto ci attenderanno, in ogni caso.
Alla fine di una giornata al tempo del coronavirus o all'interno di una cucina, si ha quasi l'impressione di aver vissuto fuori dal tempo, in un limbo, e con questa consapevolezza si puliscono i banchi di lavoro e si mette ordine al caos quotidiano, conservando in luoghi sicuri quello che si è elaborato, con la speranza nel giorno seguente che qualcosa è già stato fatto e la consapevolezza che l'attesa ne è proprio valsa la pena.

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