Champagne tra storia, arte e cultura.


Quando si parla di champagne ci viene alla mente sempre esclusivamente un determinato prodotto della viticoltura, magari associato alle più note e blasonate aziende francesi, ma raramente lo colleghiamo all'insieme di storia, arte e cultura che ne sono indubbiamente legate e che hanno quindi influenzato nel corso del tempo non solo la sua immagine ma anche la presenza sul mercato.
Indubbiamente com'è emerso anche da molti post sul tema del vino e derivati che ho pubblicato in passato, la cultura della vite è sempre stata profondamente importante non solo per il nostro Paese ma per l'Europa tutta, intesa come insieme di territori geograficamente e culturalmente differenti ma uniti da alcuni aspetti fondamentali, uno di questi la religione. E' stato infatti il successo del Cristianesimo che ha determinato nel corso del tempo la sopravvivenza prima e la diffusione poi della viticoltura, per sopperire ad esigenze pratiche di tipo liturgico. Da ciò si sono poi formate nuove e diverse forme di procedimenti per creare prodotti a partire dalla materia prima uva. Il primo punto quindi che ho voluto trattare è stato il ruolo di cultura e coltura della vite nell'ambito culturale europeo.
Un altro fattore importante è la storia, intesa non solo come semplice successioni di fatti ma catalizzatrice di esperienze, scoperte, innovazioni e sperimentazioni.
La zona di produzione dello champagne, a tal proposito, è un esempio di tutto ciò, da sempre vocata alla vinificazione, fu anche teatro di avvenimenti importanti, sia storici che culturali. Infatti è dal lontano 898 d. C. che Reims, cuore della zona, fu teatro delle celebrazioni per le investiture dei re di Francia, proprio durante queste occasioni scorrevano fiumi di champagne. Già a partire dal XII secolo il prestigio dei vini di questa zona era in costante crescita. Nel Seicento si affermò e perfezionò l'arte di conservarlo nelle botti e poi imbottigliarlo, sigillando le bottiglie con tappi di sughero.
Un altro aspetto importante è la presenza del nostro protagonista non solo nel panorama culturale di molti territori ma anche, inevitabilmente, nelle differenti facce assunte dalla cultura.
Esso figura infatti negli scritti privati dell'artista francese Monet, profondamente appassionato di cibo e vino e conoscitore di materie prime eccellenti; tuttavia le citazioni che si potrebbero fare sono sterminate e passano dalla letteratura, con la passione di Anton Pavlovic Cechov per il rinomato prodotto tanto da dedicargli due racconti: "Memorie di un mascalzone" e "Champagne", fino a passare al cinema. Memorabile è infatti una delle scene iniziali della pellicola "La grande abbuffata", film franco-italiano del 1973 di Marco Ferreri in cui i protagonisti riuniti in una lussuosa e decadente villa, proprietà di uno di loro, iniziano il piano di uccidersi attraverso il cibo con una cena inaugurale a base di ostriche e champagne. Proprio per questa occasione viene aperta una bottiglia storica di fine Ottocento con il famoso decoro che l'artista Emile Gallé concepì e realizzò per la famosa casa di champagne francese, e che divenne nel tempo il suo tratto distintivo.
Ma il legame con il mondo dell'arte non si ferma di certo qui, è emblematica infatti l'opera che propongo qua sotto.





Di Edoard Manet, Il bar a Les Folies Bergeres, 1881-1882, Londra, Courtauld Institute of Art Gallery, è un chiaro esempio della presenza del nostro protagonista nell'arte. La scena è notoriamente ambientata in un caffè, luogo della realizzazione della mondanità parigina del XIX secolo. Lo champagne, simile nell'aspetto a quello odierno, ha qui la funzione di celebrare l'identità francese, evidenziando al tempo stesso come il locale sia frequentato da avventori di alto rango. Dal lato opposto del bancone, la presenza invece della birra (bottiglia scura con triangolo rosso) è il simbolo dell'affermazione dell'antigermanesimo dell'artista, riflesso della complicata situazione geopolitica europea dell'epoca, e delle conseguenti ripercussioni sugli aspetti culturali. Lo specchio infine ha la funzione di riflettere la quantità degli avventori del locale, fornendo informazioni sulla vivacità della vita pubblica dell'epoca, nonché sui clienti del luogo.
Aspetti culturali, storici, sociali, artisti e letterari quindi che potrebbero essere ulteriormente approfonditi ma che ho voluto citare in questo articolo come ulteriore esempio di come un prodotto possa essere il catalizzatore della storia dell'uomo e del territorio a cui esso appartiene e, allo stesso tempo, divenire oggetto di desiderio e consumo passato e presente.

Commenti

  1. Louis Roederer Cristal
    Well, the symbol of preciousness applied to champagne belongs first of all to him, without a doubt.

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