Contenere il sale: la saliera tra storia, arte e cultura.

"(...) Il dottor Grabow invece, coetaneo del console, con un viso lungo, buono e mite che sorrideva fra due scopettoni radi, contemplava le focacce, i pani con l'uvetta e le varie saliere colme, messi in mostra sul tavolo. Erano "il pane e il sale" che parenti e amici avevano mandato alla famiglia in occasione del cambiamento di casa. Ma poiché si doveva vedere che i doni provenivano  da gente altolocata, il pane era rappresentato da focacce dolci, ricche e drogate, e il sale era contenuto in saliere d'oro massiccio."

(Thomas Mann, I Buddenbrook, Einaudi tascabili)

Ho voluto iniziare l' approfondimento con questa citazione contenuta quasi all'inizio del famoso romanzo di Thomas Mann, non solo un documento preciso dei modi di fare e di pensare di un certo tipo di società ottocentesca ma, in questo caso, anche una testimonianza di oggetti straordinari utilizzati da secoli, come la saliera. Da questa citazione appare chiaro infatti come essa non sia solo uno strumento creato e pensato per rispondere ad un'esigenza pratica ma, nel corso del tempo, abbia condensato significati culturali e sociali.

(Giulio Romano, disegno per  saliera in argento)

Da sempre quindi non furono solo accessori dall'unico utilizzo pratico ma come spesso accade per molti oggetti della tavola, mezzi per esibire ricchezza e prestigio sociale. Potevano essere costituite naturalmente da moltissimi materiali: i preziosi oro, argento, cristallo per le grandi occasioni, ma anche piombo, vetro e legno, tanto che in molti inventari redatti nel nostro Paese nel Quattrocento vi sono riferimenti ai diversi materiali preziosi con cui venivano forgiate. Va anche ricordato, ad onor del vero, che come si può intuire dalla citazione d'apertura di questo articolo, le nostre protagoniste erano presenti non solo in Italia ma anche in molti altri territori d'Europa.
Solitamente sulle tavole dei nobili le saliere erano due: una monumentale alla destra del padrone di casa e una più piccola dall'altra estremità della tavola; inoltre il timore nel corso dei secoli delle possibilità di avvelenamento che potevano verificarsi a seguito della sostituzione del sale o di parte di esso con l'arsenico, fu uno dei motivi principali che determinò la progettazione e realizzazione di saliere chiuse a forma di navicella o cofanetto.
Altra curiosità fu nel Cinquecento la diffusione di molti esemplari di saliere in maiolica, soprattutto ad Urbino, a causa dello sviluppo e perfezionamento delle tecniche produttive di questo materiale. Nel Nord Europa, sebbene continuarono ad essere prodotte saliere dei canoni appartenenti ai secoli precedenti, iniziarono a diffondersi modelli più bassi e semplici di forma circolare od ottagonale. Nonostante la continua presenza dei materiali fino ad allora utilizzati, ad essi si affiancarono quelle in ceramica in Francia o decorate a smalto dipinto di Limoges o anche in avorio o conchiglia con montatura in argento, soprattutto nelle Fiandre.
Durante il Seicento iniziò ad essere creata una tipologia di saliera diversa, ovvero a contenitori separati, non solo per il sale quindi ma anche per pepe e altre spezie. Tra il XVII ed il XVIII secolo inoltre iniziarono a diffondersi saliere più piccole e semplici da mettere ad ogni convitato.

(Benvenuto Cellini, Saliera, 1545 circa, Vienna,
Kunsthistorisches Museum)


(Cornelis Floris, Nautilus montato in
argento dorato, 1548-1577, Madrid,
Museo Thyssen-Bornemisza)


Le due immagini che ho voluto inserire qui sopra sono due esempi significativi di quanto ho appena esposto: la prima rappresenta una delle opere più conosciute non solo di Benvenuto Cellini ma, in generale, dell'oreficeria dei secoli scorsi, realizzata in oro, ebano e smalti. La seconda è un oggetto molto curioso e ricco di significati, il nautilus infatti rappresentava nel pieno Manierismo una stranezza naturale che, suscitando la meraviglia degli artisti, era loro di ispirazione per creare capolavori che ne esaltassero le caratteristiche naturali. Il satiro, inoltre, essendo un simbolo di saggezza, è un rimando alla destinazione dell'oggetto ovvero come contenitore del sale, sostanza che era il simbolo di acume intellettuale, non a caso è conosciuto il famoso detto "avere sale in zucca".
In ambito delle nature morte i contenitori del sale sono presenti come apportatori di numerosi significati e, al tempo stesso, come attestazioni delle modificazioni dei gusti stilistici delle varie epoche. Ho voluto inserire un'immagine qua sotto di una natura morta del Seicento in cui vengono racchiusi alcuni significati importanti: anzitutto il bicchiere cerimoniale costituito da un materiale  estremamente fragile, il vetro, è un chiaro parallelismo alla fragilità del corpo umano che, come il contenitore cerimoniale, ha spesso breve durata ma funge da involucro a qualcosa dal valore profondo e misterioso; la zucca, una variante di tipo iconografico del melone è invece un rimando ai piaceri materiali, infine la saliera, nostra protagonista, in questo caso è sinonimo di ricchezza e opulenza.

(Willem van Aelst, Natura morta con frutta, 1652,
Firenze, Galleria Palatina)

Storie, significati, simbologie ed usi che dimostrano come un semplice strumento possa diventare un vero scrigno di tante curiosità che mettono in luce il rapporto dell'uomo con un dato alimento lungo i secoli e la conseguente presenza di quest'ultimo nel sistema culturale e sociale umano delle diverse epoche.

Commenti

Post più popolari