Oggetti del vino, storia di innovazioni e tradizioni.

Il vino, come moltissimi altri prodotti, necessita di numerosi oggetti per essere preparato, conservato, presentato e servito. Ancora oggi l'elenco che possiamo fare dalla cantina al ristorante è indubbiamente lungo e dettagliato. Come spesso accade per molti aspetti che riguardano oggetti, attrezzature  e prodotti gastronomici, ci sono numerose variabili che è opportuno quantomeno citare per riuscir a comprendere come il panorama sia estremamente vasto ed articolato. E' necessario, come ho già precisato, ricordare che nell'evoluzione di questa grande tematica differenti fattori hanno giocato un ruolo fondamentale: culturale e sociale, di tipo tecnico e produttivo, legato alla  scoperta di nuovi materiali e nuove tecnologie ed alla loro lavorazione. Appare quindi scontato come tutto ciò abbia provocato nel tempo l'origine di determinati attrezzi e, viceversa, la graduale scomparsa di altri.  A tal proposito è bene anche aggiungere che, la scomparsa di alcune pratiche legate al vino come la mescita, diffusa già nell'antichità ma anche per il passato, determinò la conseguente caduta in disuso della pratica di utilizzare alcuni oggetti.

(Giotto, Le nozze di Cana, dalle Storie di Cristo, 1303-1305,
Padova, Cappella degli Scrovegni.)

Riguardo a quanto appena detto, per moltissimo tempo per esempio terracotta e legno furono i due materiali più associati al mondo del vino.
Indubbiamente oggi il vetro è uno dei materiali più utilizzato. Ma, contrariamente a ciò che si può pensare, anche in passato era presente, certo, non per tutti. Tra l'altro la tecnica di soffiatura risale al I secolo a. C. nell'area del Medio Oriente. Questa poi si perfezionò notevolmente nella Roma imperiale, in quest'epoca gli oggetti di vetro legati al vino (caraffe, bicchieri, ...) non erano di certo appannaggio di tutti dato che la grande difficoltà nel realizzarli unita alla raffinatezza delle decorazioni e delle forme li rendeva estremamente costosi; aspetto questo che durò in realtà per molto tempo. Solo a partire dal Cinquecento si ebbe una maggiore diffusione di questi oggetti anche grazie al lavoro dei vetrai veneziani e boemi.
Una vera e propria rivoluzione si ebbe nel 1630 in Inghilterra, Kenelm Digby infatti ideò e brevettò un processo particolare di lavorazione del vetro che permise di ottenere prodotti (soprattutto bottiglie) resistenti e poco costosi. Altro aspetto importante fu la nascita del tappo da sughero la cui invenzione permise di invecchiare i vini in bottiglia aumentandone considerevolmente la vita.

(Carlo Magini, Natura morta con versatoio di rame, bottiglia,
uova, cipolle, pane, pere e bugia.)

Ciò determinò la creazione e diffusione di tipologie differenti di bottiglie, legate a tradizioni diverse e anche a diversi territori, inoltre il bicchiere che prima era uno strumento d'elite si diffuse su più larga scala.
Altro oggetto particolare ed importante per il mondo del vino sono i cavatappi, una tipologia di oggetti che nel corso del tempo ha stimolato moltissimo la creatività umana sin dal XVII secolo quando vennero introdotti i tappi in sughero; prima infatti i recipienti che contenevano vino erano chiusi da cilindri di legno o vetro avvolti nella stoffa e imbevuti e ricoperti di cera.
La forma iniziale di quest'ultimo strumento che sto brevemente analizzando era il modello a "T", al quale però era necessario esercitare notevole forza per estrarre il tappo, quindi il prodotto veniva sottoposto involontariamente a movimento che aveva conseguenze consistenti sulla sua limpidezza. Solo nel Settecento questa problematica venne affrontata attraverso la creazione (processo che in realtà durò e si perfezionò attraverso molti secoli) di cavatappi con accessori per fronteggiare queste problematiche.
In antichità, come ho accennato all'inizio di questo articolo, erano particolarmente diffusi alcuni utensili che poi lungo il tempo caddero in disuso. Il cratere ne è un esempio significativo, grande contenitore in terracotta o bronzo da cui si attingeva il vino con il simpulum e versarlo nelle coppe dei convitati; simili erano le giare e gli orci.
Durante il Cinquecento poi erano presenti anfore simili a quelle dell'antichità ma si diffusero anche contenitori nuovi come i fusti, che in realtà erano simili alle giare e agli orci. C'erano inoltre i crateri che erano funzionali per mescolare acqua e vino. Proprio di quest' epoca sono anche i rinfrescatoi , cioè bacili, anche molto decorati (spesso prodigio di arte e voglia di mettere in mostra) che avevano la funzione di contenere il ghiaccio e quindi rinfrescare le bevande che venivano poste attraverso bottiglie o piccoli/medi contenitori. La loro evoluzione naturale com'è facile intuire furono le glacettes , utensili tra l'altro ancora oggi utilizzati.
Nel XV secolo poi c'era anche una bottiglia a base circolare con pancia tonda e collo lungo, era un tipo di versatoio per il vino molto utilizzato in Italia; altro esempio furono le brocche di coccio, usate come boccali di comunità contenevano una misura prestabilita di vino.
Infine nel Cinquecento vi furono molte modificazioni di numerosissimi utensili legati al vino; le fiasche, per esempio, divennero oggetti anche di lusso attraverso decorazioni pregevoli che li abbellivano ma anche soprattutto i materiali con cui venivano prodotti. Ovviamente parte di questi utensili erano presenti anche nel basso ceto, certamente con materiali diversi.
Naturalmente l'arte nel corso del tempo ha documentato queste modificazioni, ma anche la nascita o scomparsa di oggetti restituendoci così, come ho voluto dimostrare attraverso le opere che ho scelto per questo articolo, una testimonianza valida di una parte importante del mondo del vino che ha indubbiamente contribuito a quello che è oggi questo grande settore e le sue mille tematiche culturali e sociali.


(Theodoor Rombouts, Allegoria della Temperanza,
1625-1632, MUba Eugène-Leroy, Francia)


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