Vino e medicina, un rapporto vecchio di secoli.

Il vino da sempre non è stato considerato solo una semplice bevanda per accompagnare i pasti, ma un componente più o meno importante nei rituali religiosi e sociali e, come questo articolo vuole evidenziare, una medicina o, perlomeno, un tentativo di cura ai mali.
La sua funzione terapeutica era ritenuta molto estesa, per questo era prescritto per un numero elevato di malattie e rimedi: dalla febbre, ad antidoto per la diuresi a ricostituente.

(Taccuinum Sanitatis, XIV secolo)

Ippocrate per esempio sosteneva fosse una bevanda nutriente e antifebbrile; fu tuttavia Galeno a estenderne gli usi in medicina. Proprio lui iniziò l' utilizzo del nostro protagonista anche per le ferite e tante altre malattie, tanto che nella sua opera vengono fatte oltre mille citazioni. Proprio questi utilizzi e consigli medici furono la base della medicina medievale e rinascimentale, tanto che anche la Scuola Medica Salernitana (IX - XIII secolo) applicò proprio le sue regole.
Arnaldo da Villanova, medico spagnolo che insegnò all'Università di Montpellier e autore del primo libro medievale dedicato all'utilizzo del vino come medicina, fornì indicazioni su come aromatizzare i vini per potenziarne determinate proprietà terapeutiche.
Altro caso interessante furono i medici della Scuola di Bologna, convinti che per guarire ottimamente una ferita fosse necessaria una fasciatura imbevuta di vino, grazie al suo alto potere cicatrizzante. A dire il vero però, in merito a questa presunta utilità, già nel Trecento il medico francese Guy de Chauliac, ritenuto uno dei grandi maestri della chirurgia medievale, era solito pulire le ferite del torace con lavaggi a base di vino fino a che questo non risultava pulito e chiaro.
Nel Seicento gran parte delle ricette prevedeva il suo utilizzo come base per due motivi: la diffusa convinzione nel suo potere come ricostituente e, dal punto di vista pratico, la gradevolezza al palato che consentiva di far somministrare al paziente anche le erbe dal sapore più difficile. Delle elaborazioni delle teriache, preparati di vino ed erbe ad uso farmaceutico che erano di antichissima origine.
Durante il XIX secolo, con l'evoluzione della scienza medica, della conoscenza delle patologie e dei rispettivi rimedi, il vino iniziò a perdere gradualmente campo come medicina; tuttavia la credenza comune che era una sostanza positiva per l'organismo continuò ad esistere.
Ancora oggi la società ritiene che un consumo modesto di vino possa contribuire a mantenere l'individuo in buona salute, sebbene in realtà l'opinione scientifica sia spesso contrastante a riguardo.
Usi, convinzioni sociali e scientifiche che hanno fatto la storia di un prodotto e, inevitabilmente, la sua profonda presenza nel tessuto culturale, sociale e territoriale di un paese meraviglioso come il nostro, l'Italia, che fa oggi della cultura del vino uno dei sui cavalli di battaglia in patria e soprattutto all'estero.

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