Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP.

Nel corso dei miei approfondimenti culturali legati al cibo ed alle tradizioni alimentari mi è capitato sovente di parlare di come un prodotto possa essere non solo una fonte di sostentamento ma anche e soprattutto una parte importante dell'identità di un territorio e la prova tangibile dell'abilità dell'uomo. Bene, il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP è sicuramente tutto questo, e molto altro!.

(Immagine tratta da: www.agricoltura.regione.campania.it) 

Infatti, nel mio breve viaggio che ho iniziato a fare parlando di alcune delle tante eccellenze gastronomiche italiane in occasione dell'anno del cibo italiano, non potevo certo esimermi dal trattare, seppur brevemente, questo straordinario prodotto che la Campania ci offre.
Intanto è necessario ricordare che la denominazione designa il frutto allo stato fresco o conservato, della specie Lycopersicon esculentum Miller, che si distingue dagli altri dalla forma caratteristica che assomiglia leggermente ad una prugna. Particolarità che non si fermano certo qui perché il nostro protagonista possiede anche una buccia spessa, quasi croccante e una polpa soda, compatta, a bassa presenza di acqua. 
Viene raccolto da luglio ad agosto e la zona di produzione è costituita da alcuni comuni della provincia di Napoli.
Da cosa deriva però questo particolare nome? Dall'ingegnosa abitudine dei contadini di intrecciare attorno ad uno spago legato a cerchio i grappoli dei pomodorini, in modo da formare un grande grappolo, il piennolo appunto, che oggi come nel passato viene messo in un posto asciutto e ventilato. In questo modo i pomodorini possono essere consumati lentamente nei mesi successivi.
L'importanza (in generale) del pomodoro nella cultura italiana e soprattutto nell'immagine dell'Italia all'estero è innegabile. Un prodotto nuovo, portato da luoghi sconosciuti e che ha fatto fatica ad entrare nel sistema culturale ed alimentare del nostro Paese, ma è riuscito ad imporsi nel corso del tempo non solo per necessità ma anche grazie all'ingegno dell'uomo che l'ha saputo trasformare in una forma di preparazione già conosciuta: la salsa. Proprio questa in un formato nuovo, la salsa di pomodoro intendo, si è fatta strada lentamente ma inesorabilmente nei secoli scorsi proprio al Sud, ma ha saputo conquistare nel tempo non solo tutto il Bel Paese ma anche, oserei dire, anche gli altri.
Tornando al nostro protagonista, le notizie di questo pomodorino dall'insolita modalità di conservazione ci sono pervenute da diversi studi pubblicati tra il XIX e il XX secolo.
Un prodotto utilizzato come ingrediente o protagonista di numerose preparazioni della cucina campana che non sono solo un tripudio di gusto (che non è poco!) ma anche di storia, tradizioni e tanta passione per il territorio ed i suoi prodotti.



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