Simbologia profonda: l'olio nei riti cristiani.


L'olio d'oliva non è solo un prodotto che affonda le proprie origini nella storia dell'uomo (che già non è poco!), ma si mescola con la religione e con le ritualità che da sempre hanno caratterizzato l'essere umano e, forse proprio per questo, il legame tra i due è stretto come per pochi altri prodotti. Già i culti pagani di area mediterranea avevano come veicoli supremi di unione dell'umano col divino i tre elementi della triade mediterranea: vino, grano e olio. Quest'ultimo era utilizzato per ungere le statue, preparare profumi rituali e per glorificare gli eroi. L'avvento del Cristianesimo determinò un consolidarsi di questa triade nei nuovi rituali e il suo imporsi anche da un punto di vista sociale in un periodo in cui, a causa delle invasioni barbariche, gli assetti alimentari erano mutati.
Ma la nuova religione non ebbe come fonte di consolidamento e diffusione dell'olio solo le ritualità pagane antiche, nella Bibbia infatti abbondano i riferimenti a questo straordinario prodotto.

(miniatura, Clodoveo I riceve dallo Spirito Santo
 il Santo Olio) 


Fa parte dell'impegno di Dio all'uomo per la terra promessa assieme al grano e al vino (Dt 11, 14), elemento di unione agli altri culti di area mediterranea; è segno della Sua presenza e del Suo amore, caparra della gioia eterna nella Nuova Gerusalemme (Is 25, 6); nei testi profetici e sapienziali diventa la metafora per affermare la presenza di Dio (Ez 16, 9) e dell'anima (Is 1, 6) ed infine, nel Nuovo Testamento è fonte di luce spirituale, la parabola delle Vergini, metafora della luce della fede.
Il Cristianesimo fa propri i simboli dell'Antico Testamento affiancandoli a quelli del Nuovo; l'olio diventa quindi il simbolo attraverso cui lo Spirito di Dio agisce nella vita dell'uomo rendendola spiritualmente feconda, ma è anche simbolo dell'elezione divina: le mani che vengono unte nella consacrazione sacerdotale, il capo in quella episcopale e regale. Proprio quest'ultima è stata per secoli segno materiale della volontà divina nel governo di un sovrano e della sua legittimità sul trono.
Al tempo stesso l'olio consacrato si toglie dalla pura destinazione alimentare, entrando nella vita dell'uomo in differenti stadi: alla nascita, quando più grande riceverà la confermazione e in ultimo, all'incontro finale con Dio.
Potremmo quindi dire che prende le funzioni ancestrali che ha sempre avuto (pensiamo all'olio usato come balsamo, medicinale, per fare luce) e le rende spirituali, facendo diventare ancora più solido il legame con la nostra storia e il nostro territorio.

(affresco, unzione nell'Antico Testamento)

Del resto l'olio dà vigore, nutre, corrobora il corpo e i tessuti, lo Spirito di Dio agisce come l'olio: dà vigore e dona forza al cristiano per compiere la volontà del Padre come Gesù, l'unto di Dio.
Ho voluto parlare di questo argomento non a caso: la Settimana santa è cominciata con la Domenica delle palme, in cui si agitano i ramoscelli d'ulivo e proseguirà fino all'annuncio di Pasqua, passando dal giovedì, quando verranno benedetti gli oli per gli usi sopra citati. Penso che ricordarsi dell'importanza dell'olio anche dal punto di vista religioso sia indipendente dal fatto che una persona sia credente oppure no, ma sia un modo diverso ed efficace per riscoprire la sua importanza nella nostra storia e nelle nostre tradizioni, non solo come nutrimento. In fondo tutelare un prodotto non presume forse conoscerlo fino in fondo?!


(la raccolta delle olive, miniatura) 


Commenti

Post più popolari