Pompelmo: frutto pieno di sorprese...

Il pompelmo fa parte degli agrumi più comuni, che tutti conosciamo e consumiamo; le sue proprietà nutrizionali e ancor più, le caratteristiche organolettiche, lo rendono un prodotto molto particolare, diverso dagli altri agrumi. Qual è però la sua storia?
Gli studiosi nutrono tutt'oggi una forte indecisione sulle sue origini: alcuni pensano provenga dell'Estremo Oriente e che sia giunto in Europa attraverso la via della seta, altri invece pensano sia uno dei prodotti portati nel Vecchio Continente da Colombo. Nonostante questi dissidi tutti sono d'accordo nell'affermare che esso derivi dall'incrocio tra il polinesiano pummelo o Citrus maxima e l'arancio (Citrus sinensis).

(P. Gaugin, natura morta con pompelmi)

E' intuibile che le caratteristiche del primo fossero assai diverse rispetto a quelle del secondo, il pummelo infatti forniva frutti molto più piccoli di quelli che si conoscono oggi.
L'ipotesi più plausibile sulla sua origine è quella secondo cui fu il risultato di un incrocio spontaneo, poiché non vi sono prove dell'opera umana.
La sua notorietà iniziò quando un capitano della marina britannica, un  certo Shaddok, portò nel 1693 i semi nelle isole Barbados dalle Indie Orientali. Nonostante ciò all'inizio non riscosse successo per l'asprezza e i numerosi semi che conteneva; in ricordo del suo importatore fu successivamente chiamato shaddock o shattuck.
A causa delle caratteristiche sopra citate per molto tempo fu utilizzato come pianta ornamentale (origine comune a molti prodotti ortofrutticoli) e solo nel XIX secolo divenne un frutto per uso alimentare.
Negli Stati Uniti fu importato nel 1823 dal conte Odette Phillippe che portò i semi dalle Bahamas a una località della Florida. Anche qua però questo frutto non destò inizialmente particolari curiosità: un'enciclopedia di giardinaggio dell'epoca lo definiva "... dalla pelle dura e privo di valore" , infatti venne apprezzato solo a partire dal XIX secolo per le sue proprietà disinfettanti. Proprio queste proprietà lo assimilarono al ben più noto limone nella preparazione di rimedi.
Ricerche specifiche sulle proprietà del pompelmo ebbero inizio a partire dal 1980 in seguito all'osservazione di un americano appassionato di giardinaggio che aveva notato che  i semi di pompelmo presenti nel suo fertilizzante non si decomponevano, così tritandoli e applicandoli su dei funghi sulla pelle guarì. Le ricerche derivate da questa scoperta attestano oggi, non definitivamente, la loro efficacia nella cura di diverse patologie (anche di natura fungina).
Nel 1750 presso le isole Barbados venne chiamato "il frutto proibito" da quando il reverendo Griffith Hughes aveva dichiarato che quello del pompelmo era l'albero del bene e del male del Paradiso Terrestre.
In Italia fu introdotto molto tardi, a partire cioè dagli anni Sessanta; attualmente viene utilizzato anche in cucina come alternativa agli altri agrumi per il suo particolare retrogusto.
Per chi lo volesse provare.... assaggiate qualche fetta con delle mazzancolle al vapore e un'insalatina di germogli.... vi stupirete!

(pompelmi e vecchi libri, Attilio Marchetti)

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