Torrone: il dolce antico presente sulle tavole delle feste.
Dolce tipicamente natalizio in molte regioni d'Italia, il torrone è un prodotto che, in forme e ingredienti diversi, è comune anche ad altri paesi europei. La sua storia è antica sebbene le sue origini siano incerte. Due sono le ipotesi che ruotano attorno alla sua nascita: la prima è che esso sia stato inventato dagli arabi, i quali l'avrebbero diffuso nel Sud Italia e in tutto il Mediterraneo quale dolce simbolo delle corti principesche sfarzose e ricche di prelibatezze; la prova di ciò risiederebbe in una menzione del "Turum" nel "De medicinis et cibis semplicibus", trattato dell' XI secolo.
Per la seconda teoria esso deriverebbe da un dolce romano e in questo caso fu una guerra a determinarne la nascita. Narra infatti una leggenda che durante la guerra in Irpinia i Romani furono sconfitti dai Sanniti che li fecero tutti prigionieri. I primi per il disonore non mangiarono più, rischiando di morire di fame. I vincitori quindi decisero di inventare una pietanza sostanziosa e irresistibile che potesse risvegliare nei prigionieri l'appetito. Fu così che nacque il torrone.
Ma da dove deriva il suo nome? Sembra che le origini siano riconducibili a due termini: torrero (abbrustolire) o torrere (tostare). Sebbene siano due nomi diversi è evidente come entrambi sarebbero riconducibili alla tostatura delle mandorle e nocciole che lo costituiscono.
La patria indiscussa del torrone è la città di Cremona dove esso è parte attiva del patrimonio gastronomico del territorio. E' proprio qui, molti secoli dopo quelle precedenti, che fiorì una nuova leggenda sulla sua nascita: sembra infatti che esso sia stato una preparazione speciale per le nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza (25 ottobre 1441).
La prima volta che comparve in un trattato di cucina fu intorno al Cinquecento ad opera di Messisbugo e si diffuse successivamente in altri trattati destinati ai banchetti di corte.
Ma perché questo dolce ebbe così tanto successo? Ma soprattutto: perché tutte le classi sociali lo consideravano un dolce straordinario? Due sono gli aspetti che bisogna prendere in considerazione: gli ingredienti e le caratteristiche del dolce finale. In primo luogo infatti l'alto contenuto di frutta secca e miele rendevano questo dolce prestigioso, simbolo di elevate disponibilità economiche; inoltre, la modalità di preparazione rendeva questo prodotto adatto alla conservazione per lunghi periodi.
Bisogna considerare anche le valenze simboliche degli ingredienti utilizzati, tutti con precisi significati sul piano religioso: le uova simbolo di fecondità e rinascita; la frutta secca, oltre ad essere beneaugurale, era simbolo della provvidenza, dell'incarnazione di Cristo e della Trinità. Per associazione quindi questo dolce era consumato anche durante i matrimoni o, in alcune versioni, anche in occasione delle festività pasquali.
E' chiaro come per questo grande discorso valga quanto è già stato detto per altri prodotti: le necessità umane di utilizzare i prodotti sono state mutate e modificate in straordinari incontri di piacere sensoriale ed ingegno di cui l'uomo è l'artefice principale.
Buon Anno!
Per la seconda teoria esso deriverebbe da un dolce romano e in questo caso fu una guerra a determinarne la nascita. Narra infatti una leggenda che durante la guerra in Irpinia i Romani furono sconfitti dai Sanniti che li fecero tutti prigionieri. I primi per il disonore non mangiarono più, rischiando di morire di fame. I vincitori quindi decisero di inventare una pietanza sostanziosa e irresistibile che potesse risvegliare nei prigionieri l'appetito. Fu così che nacque il torrone.
(macchinario per la preparazione del torrone. Inizi XX secolo) |
Ma da dove deriva il suo nome? Sembra che le origini siano riconducibili a due termini: torrero (abbrustolire) o torrere (tostare). Sebbene siano due nomi diversi è evidente come entrambi sarebbero riconducibili alla tostatura delle mandorle e nocciole che lo costituiscono.
La patria indiscussa del torrone è la città di Cremona dove esso è parte attiva del patrimonio gastronomico del territorio. E' proprio qui, molti secoli dopo quelle precedenti, che fiorì una nuova leggenda sulla sua nascita: sembra infatti che esso sia stato una preparazione speciale per le nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza (25 ottobre 1441).
La prima volta che comparve in un trattato di cucina fu intorno al Cinquecento ad opera di Messisbugo e si diffuse successivamente in altri trattati destinati ai banchetti di corte.
Ma perché questo dolce ebbe così tanto successo? Ma soprattutto: perché tutte le classi sociali lo consideravano un dolce straordinario? Due sono gli aspetti che bisogna prendere in considerazione: gli ingredienti e le caratteristiche del dolce finale. In primo luogo infatti l'alto contenuto di frutta secca e miele rendevano questo dolce prestigioso, simbolo di elevate disponibilità economiche; inoltre, la modalità di preparazione rendeva questo prodotto adatto alla conservazione per lunghi periodi.
Bisogna considerare anche le valenze simboliche degli ingredienti utilizzati, tutti con precisi significati sul piano religioso: le uova simbolo di fecondità e rinascita; la frutta secca, oltre ad essere beneaugurale, era simbolo della provvidenza, dell'incarnazione di Cristo e della Trinità. Per associazione quindi questo dolce era consumato anche durante i matrimoni o, in alcune versioni, anche in occasione delle festività pasquali.
E' chiaro come per questo grande discorso valga quanto è già stato detto per altri prodotti: le necessità umane di utilizzare i prodotti sono state mutate e modificate in straordinari incontri di piacere sensoriale ed ingegno di cui l'uomo è l'artefice principale.
Buon Anno!
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