Il cioccolato tra riti e voluttà.

 
Alle origini di un prodotto.

Sarà complice il freddo, le festività ormai imminenti o, più semplicemente, il nostro desiderio di squisitezze dolci ma in questo periodo il consumo di cioccolato, in tutte le sue declinazioni, ha un sensibile aumento.
Qual è però il percorso che questo alimento ha fatto nella storia fino ad arrivare ai nostri giorni? E le influenze culturali, religiose o d'uso che ne hanno determinato la differenziazione in molteplici varianti?
La pianta del cacao è originaria dell'America tropicale, con frutti a forma di grosse bacche contenenti numerosi semi. Secondo la leggenda sarebbe stata donata agli uomini dal dio serpente piumato, chiamato dagli Aztechi Quetzalcòatl. Le rovine del suo tempio, tra l'altro, sono ancora presenti nell'America centrale e sono un curioso esempio di acustica, infatti la disposizione particolareggiata delle pietre che compongono la piazza rituale del tempio permette di riprodurre, battendo le mani e grazie ad un curioso fenomeno di eco, un rumore simile al gracchiare di un uccello (il Quetzalcòatl per l'appunto).
Tornando a noi, da quelle parti i semi non venivano utilizzati solo per scopo alimentare ma anche rituale, per curare un'innumerevole quantità di malanni e, non da ultimo, in campo economico.
Il sistema monetario era basato sulle fave di cacao e in molti siti scoperti vi sono dipinti in cui sono presenti tabelle di conversione: un seme valeva l'equivalente di quattro pannocchie di mais e con cento semi si poteva acquistare una canoa oppure un mantello in cotone.
Negli stati centro-americani i prodotti che si potevano ottenere con questi frutti erano diversi: molto famosa era la "pasol" (cacao abbinato al mais) che confezionata in forma di palline avvolte in foglie di banano diventava un alimento corroborante di facile trasporto, da consumarsi dopo l'immersione in acqua fredda.
Nella cultura Maya il cioccolato veniva chiamato "kakaw uhanal" ovvero "cibo degli dei" e il suo consumo era riservato solo ad alcune classi della popolazione (sovrani, nobili e guerrieri).
Gli Aztechi preparavano la cioccolata macinando i semi in appositi mortai in pietra e mescolando la polvere così ottenuta con l'acqua.



(Divinità azteche consumano il cioccolato)




(donna azteca d'alto rango che versa il cioccolato
per montare la schiuma, Codex Tudela, tardo XVI secolo)



L'avventura europea.

Grazie ai flussi delle materie prime che dal Nuovo Mondo arrivavano in Europa, per mezzo delle rotte commerciali, ben presto nelle corti europee il cioccolato si diffuse rapidamente. Erano numerose le varianti che venivano preparate e aromatizzate con spezie o essenze di fiori. Francesco Redi, archiatra alla corte di Cosimo III de Medici era famoso per la cioccolata ai fiori di gelsomino, la cui ricetta si rifiutò sempre di diffondere.
E' grazie al Re Sole che la cioccolata si diffuse, nel 1659 infatti, concesse ad un ufficiale della guardia della Regina una sorta di "patente" per vendere e preparare la polvere di cacao in tutto il paese di Francia.
Nonostante il contesto puramente velleitario in cui veniva consumato non venne stigmatizzato dalla Chiesa, anzi, nel 1662 il cardinale Broncaccio propose di berlo dopo la messa, come usavano fare le dame dai costumi spagnoli.
L'abitudine di bere cioccolata nei conventi è documentata, tra l'altro, da Alessandro Manzoni, ne "I Promessi Sposi" nel brano in cui la Madre Superiora offre alla nobile fanciulla che diventerà poi la Monaca di Monza una tazza di cioccolata per "addolcire" la rigida vita conventuale.
E' alla fine del Seicento che il cacao giunge a Torino per merito di Emanuele Filiberto di Savoia che lo esporterà poi in diversi paesi europei. Il caso qui riportato della Casa Reale Sabauda riflette bene come nel Settecento il cacao e in particolar modo la cioccolata diventino prodotti tipici dell'aristocrazia europea, alimento che incarna in una tazza fumante il lusso e le ritualità più raffinate.


(Jean-Etienne Liotard, La bella cioccolataia,
 1744-1745, Dresda, Gemauldegalerie)



 E' con il Romanticismo (fine Settecento e inizio Ottocento) che il cioccolato si afferma nella società e diventa, in ambito gastronomico, uno dei simboli di distinzione di questo movimento; Goethe regala costantemente all'amata fiori e cioccolatini accompagnando i doni con questa frase "alla mia amata io mando dolci e fiori perché capisca come sia dolce e bello il mio amore per lei", nello stesso periodo Mozart faceva cantare il desiderio per la cioccolata nella sua opera " Così fan tutte". L'Ottocento è però (come si evince da quello che ho scritto sopra) anche il secolo dell'affermazione del cioccolato solido e delle sue innumerevoli varianti grazie soprattutto all'invenzione di nuove apparecchiature e tecniche per la lavorazione.


Il Novecento: la rivoluzione dolce.


E' solo nel Novecento però che il nostro protagonista raggiunge tutti i ceti sociali. Andando più nello specifico, solo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie agli sbarchi americani, il cioccolato viene conosciuto  anche dai ceti poveri del centro-sud Italia.
A questo proposito sono moltissimi i film che dedicano una o più scene all'ingresso nelle città dei militari americani che oltre a elargire sigarette distribuiscono alla popolazione stecche di cioccolato.
E' proprio dagli anni Cinquanta che questo alimento diventa appannaggio di tutta la popolazione. La tecnologia per la lavorazione del cacao, ormai consolidata, offre anche nuove proposte; gli snack sono forse l'esempio più significativo.
Molti artisti hanno lavorato in ambito pubblicitario per creare loghi, figure e spot accattivanti che potessero garantire la differenziazione dei prodotti immessi sul mercato.
E oggi? Da cibo degli dei a bevanda simbolo di voluttà e dell'aristocrazia nel Settecento, quale posto occupa il cioccolato nella società odierna?
Sicuramente un ruolo rilevante, tuttavia con i sempre più frequenti problemi di salute della popolazione, dovuti per lo più da uno stile di vita e da un tipo di alimentazione scorretti, il cioccolato assume un binomio fortemente contrastante: da un lato fonte di grassi ma dall'altro anche di benefiche sostanze. Questo singolare binomio si concretizza, di fatto, quando a molti snack dietetici, privi di grassi e con poche calorie viene associato il cioccolato.
Stranamente, la nostra società che poco perdona anche in campo alimentare, giustifica in modo del tutto singolare questo "inserimento gastronomico".
A livello psicologico, infatti, se proviamo a pensare tutti noi giustifichiamo il suo inserimento in un prodotto dietetico. Questa affermazione può sembrare banale, tuttavia l'associazione citata sopra si fonda su precisi processi psicologici attraverso cui un prodotto con caratteristiche negative o comunque non del tutto positive associato ad un altro con caratteristiche fortemente positive assume anch'esso le virtù del secondo.
E' estremamente affascinante che dei piccoli semi abbiano accompagnato l'uomo per così tanti secoli assumendo differenti significati e diventando, in talune realtà, un forte impulso economico; ricordiamocelo quando mangiamo, magari distrattamente, la prossima tavoletta. 

Commenti

  1. io amo il cioccolatooo...utile relazione :)

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  2. Complimenti per il blog... è molto interessante :)

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  3. Ti faccio i miei complimenti Aldo, non vedo l'ora di leggere i tuoi posto per imparare sempre qualcosa, ingredienti che mangiamo quotidianamente che nascono storie incredibili...alla prossima!
    Un abbraccio
    Claudia

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    1. Grazie Claudia mi fa molto piacere che ti appassionino i miei viaggi.. a presto allora! :-)

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  4. Interessante questo excursus sul cacao!! ...fra l'altro, è il mio vizio preferito, rigorosamente amaro e di qualità :)

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    1. Grazie mille! É anche un mio vizio.. non solo amaro però.. grazie ancora comunque :-)

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    2. proprio oggi sul giornale della mia città hanno pubblicato un articolo abbastanza approfondito sulle proprietà del cioccolato.
      viene riportato che oltre ad avere notevoli proprietà altamente antinfiammatorie è utile pure contro il mal di testa specialmente quello fondente(quello al latte molto meno
      non sono poi note correlazioni tra l'obesità e l'uso del cioccolato...
      complimenti continua cosi...

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  5. Ciao anomino, ti ringrazio molto per i complimenti! Spero di fare sempre meglio!
    Per quanto riguarda invece la correlazione tra assunzione di cioccolato e effetti a lungo termine ti do ragione, la letteratura scientifica ad oggi esibisce per lo più teorie, a volte molto interessanti, ma pur sempre teorie. Ti do altre informazioni scientifiche che spero tu possa trovare interessanti.
    Gli effetti del cioccolato sull'organismo possono essere suddivisi in due classi distinte:
    1_ effetti psicologici= la presenza di determinate sostanze in grado di attivare i canali del piacere la presenza di grassi che innescando particolari reazioni fa si che si crei una propensione a consumare sempre più alimenti a base di cioccolato. Questo è uno dei fenomeni che il marketing alimentare sfrutta.Questa azione del cioccolato può essere definita indiretta
    2 effetti fisici veri e propri= la capacità da parte del cioccolato di dare emicranie (cosa che si discosta dall 'obesità ma può essere un ulteriore approfondimento ) é molto conosciuta. Questo fenomeno é dovuto alla presenza di feniletilamina, una delle cosiddette ammine vasosoppressorie che sono presenti in molti alimenti.Queste sono prodotti naturali del metabolismo degli amminoacidi da parte delle piante o dei microrganismi in alimenti fermentati come formaggio o vino.L'organismo normalmente è in grado di far fronte a queste ammine però ci sono casi in cui individui sono particolarmente sensibili a queste sostanze o hanno difficoltà ad ossidarle. Alcuni tipi di medicinali si basano sull'inibizione della monoammino ossidasi ,quindi ai pazienti in cura con questi farmaci viene sconsigliata l'assunzione di alimenti che contengono queste ammine (quindi il cioccolato) che causerebbero vasocostrizione in alcune parti del corpo e ipertensione come sintomatologia generale ma, quando si manifesta a livello cerebrale si possono verificare violente emicranie
    Spero di averti dato ulteriori informazioni! Grazie ancora e a presto!

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