Gioacchino Rossini, tra musica e cibo.

"L'appetito è per lo stomaco quello che l'amore è per il cuore (...) mangiare, amare, cantare e digerire sono i quattro atti di quell'opera comica che è la vita."

Parole significative queste, che fanno capire molto bene le passioni di chi le disse. Non un cuoco o un cameriere ma un autentico gourmet e, al tempo stesso, uno dei più grandi compositori: Gioacchino Rossini.
Il nostro protagonista nacque a Pesaro il 29 febbraio del 1792 e morì a Passy il 13 novembre del 1868.

(Francesco Hayez, Ritratto di Giacomo Rossini)

Famosissimo artista della musica conosciuto e apprezzato in tutto il Mondo, è noto anche per la sua passione per il mondo del cibo e della cucina, uno degli artisti che più di tutti ha saputo coniugare musica e cucina, i due suoi più grandi amori.
Una passione che si manifestava non solo nella scelta e consumo di cibi e vini eccellenti, ma anche nel modo abbondante e vorace di mangiare.
La sua giornata cominciava con una colazione sostanziosa, tanto che nell'ultimo periodo consumava come primo pasto uova alla coque e Bordeaux.
I maccheroni erano sicuramente i suoi preferiti.
Personaggi di rilievo del panorama politico, artistico e culturale frequentavano la sua casa  parigina e quindi la sua tavola. Dumas e Verdi, pilastri della cultura musicale e letteraria e della gastronomia, sono solo due (importanti) esempi.
Il suo buongusto non si limitava ai prodotti italiani. Presso la sua dimora francese faceva pervenire infatti il meglio delle materie prime italiane ed europee accuratamente scelte, tutte estremamente raffinate. Altro aspetto a cui attribuiva enorme importanza (come del resto si può dedurre) è l'abbinamento cibo-vino che doveva essere impeccabile per esaltare al meglio non solo le caratteristiche delle pietanze ma anche quelle dei vini stessi.
Come poteva inoltre un cultore così appassionato e pignolo della gastronomia non essere amico di una delle figure cardini dell'alimentazione come Careme? Tra i due infatti non esisteva solo una profonda stima ma li univa anche un'amicizia particolare che faceva comporre al primo capolavori o elogi in onore del famoso cuoco e a quest'ultimo piatti e preparazioni in onore del famoso compositore e gourmet. Va precisato inoltre che, in generale, il grande maestro aveva un profondo rispetto per chi lavorava nel settore della ristorazione.
Attraverso i suoi scritti e le sue corrispondenze private, oltre che alle opere, si riesce a tracciare un quadro completo e sofisticato di questo personaggio diviso tra cucina e musica.
Tra i piatti e prodotti preferiti di certo spiccavano il tacchino farcito, la pasta ripiena ed i prodotti genuini italiani (anche umili e semplici) che gli ricordavano la sua terra e l'infanzia.
Un artista particolare insomma, estremamente raffinato e capace nella musica ma anche nella cultura gastronomica, un esempio tipico di gourmet insomma, ovvero non solo chi ama i prodotti alimentari ma ne conosce le caratteristiche organolettiche, produttive e sa abbinarli per esaltarli al meglio. Un uomo che sapeva scegliere, anche in fatto di cibo, e che sarebbe fondamentale per aiutare il panorama sociale e gastronomico di oggi.

Commenti

Post più popolari