Salvador Dalì tra arte e cibo. Parte 2: Les diners de gala.

Come ho affrontato nel precedente articolo dedicato a questo straordinario artista, Salvador Dalì ha da sempre avuto un rapporto molto stretto e particolare con il cibo, fin dalla sua infanzia, un legame saldo e profondo che ha coinvolto non solo la sua vita privata ma anche quella pubblica e il suo modo di fare arte. Del resto confessò che da piccolo avrebbe voluto diventare cuoco; questo desiderio dell'infanzia spiega molto il rapporto con il cibo documentato nel post precedente. Il culmine di questo legame è rappresentato dal suo particolarissimo ricettario "Les diners de gala", opera riccamente illustrata e pubblicata originariamente nel 1973 e contenente incisioni e dipinti erotici dell'artista.



Il ricettario è suddiviso in dodici capitoli ciascuno dei quali copre una specifica classe di piatti resi surrealisti sia sul piano gastronomico che estetico soprattutto il decimo, dedicato ai cibi afrodisiaci.
Già dalle prime ricette si può intuire come il ricettario sia dedicato ai piaceri del gusto e raccolga al proprio interno tutti gli aspetti riguardanti il legame particolare tra arte, artista e cibo.
Una raccolta quindi di idee, anzi, visioni e commistioni visive, sensoriali e gustative racchiuse in un ricettario stampato in soli 400 esemplari.



Dalì descrive ed illustra specialità amate dalla sua compagna e musa Gala: pietanze esotiche a base di rane, lumache ed altri ingredienti afrodisiaci, pensati e preparati in collaborazione con i migliori chef di Parigi. Non solo ricette però, anche rappresentazioni ed opere dell'artista e foto delle serate particolari che amava organizzare con la sua musa e compagna.
Un opera quindi curiosa e molto forte sia per quanto riguarda l'impatto visivo che (dal punto di vista gastronomico) per gli accostamenti proposti. Un mezzo valido per conoscere meglio una delle maggiori personalità artistiche del secolo scorso e il suo profondo legame con il mondo alimentare.


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