Storia, cultura e curiosità attorno alle fave, prelibatezze della terra.


Il legame tra l'uomo e le fave è sicuramente saldo, non solo perché queste erano presenti già nell'alimentazione dell'uomo primitivo, ma anche perché sono da sempre portatrici di significati molto profondi per l'esistenza spirituale umana. Come spesso accade nel mondo del cibo infatti, forma, colori, modo e periodo di vegetazione e altre caratteristiche di molti alimenti sono stati nei secoli, anzi, nei millenni, ricondotti al ciclo di vita umano e alle sue innumerevoli sfaccettature. Nel caso delle nostre protagoniste, per esempio, fin dalla Preistoria erano associate al feto e all'utero e, conseguentemente, all'embrione e alla vita in divenire.





Esse si originarono con tutta probabilità in diversi Paesi del Mediterraneo durante l'età del ferro e del bronzo. Le prove della loro esistenza e dell'ampio consumo sono state trovate in diverse zone, da Israele alla Svizzera, in diversi scavi.
Molti dei significati a esse associati sono ancora oggi presenti; in varie tradizioni anche nel nostro Paese simboleggiano la fertilità e una prole abbondante, proprio per questo quindi sono offerte in dono a novelli sposi e, in generale, l'uomo le ha connesse ormai da secoli ai riti legati all'unione matrimoniale.
Da aggiungere inoltre che, poiché portatrici di significati connessi al rinnovamento della vita, non potevano mancare all'interno delle tombe, non solo egizie ma anche di altre località e culture.
Nonostante il filosofo e matematico Pitagora ne proibisse severamente il consumo ai suoi  discepoli in base alla credenza che le macchie scure presenti sui suoi fiori fossero le anime dei morti e, nello specifico, che fossero dei vegetali possessori di anima, fu proprio un campo di fave che gli consentì di salvarsi mentre fuggiva dai sicari.
Un'altra credenza associata al consumo delle nostre protagoniste, ma legata stavolta alla medicina, era che la loro assunzione causasse problemi alla vista. Nonostante ciò furono importanti per i medici; nella scienza medica ippocratica infatti, combinate con altri ingredienti, venivano utilizzate come febbrifughi.
Molti, come ho detto in precedenza, i significati connessi alla rinascita, all'utero materno e alla vittoria sulla morte, tutte simbologie strettamente associate alle pratiche agricole, fin dall'antichità.  Nelle feste di semina e raccolta le fave erano consumate come propiziatrici del raccolto venturo.


(Autore francese, Pitagora rifugge
le fave in fiore, XVI secolo)


Tra tutti i consumatori che si successero nella storia indubbiamente i Romani occupano i primi posti; Varrone nel suo "De Rustica" pone le fave tra gli alimenti più consumati a Roma.
Non c'è da dimenticare inoltre che fino alla scoperta e introduzione dei fagioli nel sistema alimentare nel Cinquecento erano tra gli alimenti più presenti sulla mensa delle persone di alto rango.
In epoca moderna e contemporanea le fave diventarono sempre più un alimento associato ai ceti bassi e al mondo agricolo; in Italia, soprattutto nel XIX e  XX secolo divennero le protagoniste di numerose preparazioni di matrice contadina che ancora oggi vengono offerte e tutelate come patrimonio agricolo, della sua cultura e, al tempo stesso, delizioso bene offerto dalla natura.

Commenti

Post più popolari